BRETTON WOODS II E GEORGE SOROS

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DI VALENTIN KATASONOV

strategic-culture.org

L’espressione «Bretton Woods II» sta diventando sempre più popolare, e ognuno dà una propria interpretazione a questa formula un po’ vaga. Ci sono i nostalgici del gold standard e altri che vorrebbero tornare all’idea di John Keynes di creare una moneta sovranazionale come il “bancor”, oppure di utilizzare i diritti speciali di prelievo emessi in piccole quantità dal FMI nel 1970 per lo stesso scopo. Ci sono anche quelli che credono che Bretton Woods II sarà sostanzialmente diverso dai progetti americani e inglesi discussi nel 1944, e che il mondo dovrebbe essere costituito da diverse zone monetarie regionali.

Dell’idea di un Bretton Woods II si cominciò a parlare alla fine del 20° secolo, quando istituirono il Reinventing Bretton Woods Committee, guidato da un certo Marc Uzan, nel 1994, come appendice del 50° Anniversario della conferenza.

A livello ufficiale, l’idea di una Seconda Bretton Woods, fu presentata per primo dal senatore italiano Oskar Peterlini, al culmine della crisi finanziaria del 2009. Peterlini presentò ufficialmente al Senato italiano una «Proposta di riorganizzazione del sistema monetario internazionale: la nuova Bretton Woods». Il documento fu approvato da un gran numero di senatori. Anche se il documento non fece mai menzione a un ritorno all’oro, si sottolineava la necessità di controllare l’emissione di denaro e la necessità di collegarlo ad attività e a beni reali, piuttosto che alle attività finanziarie. L’attenzione inoltre era concentrata sul fatto che il mondo ha bisogno di un sistema finanziario con tassi di cambio fissi (costanti) e di restrizioni alla libera circolazione transfrontaliera del capitale di rischio.

Alle riunioni del G20 di Washington, a novembre 2008 e di Londra nel mese di aprile del 2009, furono discussi i modi per uscire dalla crisi finanziaria globale e l’espressione «Bretton Woods II» fu sentita più di una volta. Nel bel mezzo della crisi finanziaria furono presentate al G20, al G8, al G7 e ad altri forum simili, varie proposte radicali su una ristrutturazione del sistema monetario e finanziario mondiale. Ci sono state anche delle consultazioni sulla necessità di convocare una conferenza ONU per «nuova Bretton Woods» globale, dove ci si aspettava si dovessero stipulare una serie di importanti accordi internazionali, tra cui:

  1. Una Carta dell’Economia Mondiale sulla base delle proposte del cancelliere tedesco Angela Merkel;
  2. Una Carta dell’Energia Globale proposta dai leader dei paesi esportatori ( al netto) di energia;
  3. Emendamenti sostanziali alla Carta delle Nazioni Unite, tra cui l’istituzione di un Consiglio di Sicurezza Finanziaria.

Appena la minaccia della crisi finanziaria globale si è allontanata, però, i leader politici si sono subito dimenticati dei progetti e della «nuova Bretton Woods».

Alla fine del 20° secolo cominciò che farsi strada l’illusione che il mondo potresse diventare unipolare ed essere controllato da Washington e, con il pretesto della globalizzazione fu costruita una Pax Americana. Oggi, però, Washington sta perdendo la sua influenza nel mondo, e non ci sono molte probabilità che si possa ripetere qualcosa che somigli a Bretton Woods.

La Nuova Bretton Woods di George Soros

Sembra sia possibile parlare di una nuova Bretton Woods, come di una rianimazione del progetto presentato da John Keynes 70 anni fa, progetto che però ha trovato poco consenso. Il sostenitore più noto e più apertamente favorevole di questa Nuova Bretton Woods è il finanziere-speculatore George Soros che, già a novembre del 2009, al culmine della crisi inanziaria globale, annunciò che si stava preparando una conferenza su una «nuova Bretton Woods», e nell’aprile 2011, Soros riuscì a organizzare questa conferenza.

I dettagli, su questa conferenza, sono pochi e scollegati tra loro. Si sa che Soros spese 50 milioni di dollari per mettere insieme circa 200 accademici, uomini d’affari e leader di Stato nel New Hampshire, sotto l’egida del suo Institute of New Economic Thinking (INET). Nella lista degli invitati figurarono nomi ben noti come l’ex Presidente del Board del Federal Reserve System Paul Volcker, l’ex PM britannico Gordon Brown, il premio Nobel ed ex Vice Presidente della Banca Mondiale Joseph Stiglitz, e – il famoso economista e Direttore del The Earth Institute – Jeffrey Sachs. L’Evento di Soros – Bretton Woods restò segreto come una riunione del Gruppo Bilderberg. Si sa, tuttavia, che la manifestazione si svol sotto lo slogan dell’ economia keynesiana. Si sa che si discusse del ruolo particolarmente importante della Cina come polo dell’economia e della politica mondiale, insieme alla necessità di passare a una moneta sovranazionale, di istituire un unico centro di emissione monetaria globale (Banca Centrale Mondiale), e di ristrutturare il sistema finanziario globale.

George Soros – portavoce del clan Rothschild

E’ noto che George Soros sia un pupillo dei Rothschild, il loro portavoce. Attraverso le dichiarazioni pubbliche e le azioni di questo speculatore finanziario, conosciuto per il suo scandalosamente disinvolto comportamento, è possibile mettere insieme qualche idea dei suoi capi. I Rothschild sono assolutamente cosmopoliti, non sono titolari di nessun tipo di identità nazionale, a differenza dei Rockefeller che hanno bisogno dell’America, perché il complesso monetario-militare-industriale che usano come cappello di protezione si trova in America. Quindi l’idea che ha in mente Soros su come deve essere concepita una moneta globale è qualcosa probabilmente molto vicina ad una combinazione di oro e di moneta unica sovranazionale.

Soros ha dichiarato più volte di vedere la Cina come modello per un nuovo ordine finanziario globale al posto degli Stati Uniti, che ha definito come un onere per l’economia globale a causa della caduta del dollaro, ed ha fatto presente la necessità che venga istituita una nuova valuta globale sotto forma di diritti speciali di prelievo del FMI. C’è qualcuno che ha considerato Soros come un sostenitore delle idee di John Keynes, ma questo pensiero fuorviante deriva dal fatto che Soros è un critico del mercato, in quanto crede che il mercato stesso non disponza di nessun meccanismo di auto-regolazione spontaneo.

In verità, Soros è contro lo Stato e contro le regolamentazioni statali, è uno che sostiene che siano le grandi aziende e le banche a dover regolare l’economia e che queste regolamentazioni possono anche essere integrate da regolamenti emessi da organismi sovranazionali. L’istituzione della Unione Europea, che Soros ha contribuito a creare, può servire come esempio di quel tipo di organismi pensati da Soros. A Soros non piacciono né la Banca Centrale Europea, nè la Commissione Europea né gli altri organismi di integrazione europea perché tendono a creare un qualche tipo di efficienza economica e a migliorare la vita delle persone; ma Soros ama questi organismi perché stanno portando alla morte quelle nazioni gestite con un sistema statale, e perché in questo modo si stanno liberando spazi che potranno occupare i monopoli e le banche.

George Soros non fa mistero del fatto che non gli piace l’America. Non perché gli USA paghino per guerre che stanno distruggendo tutto il mondo, o per l’ enorme polarizzazione sociale del paese, o perché nelle sue prigioni ci siano più di due milioni di persone, mentre altri quattro o cinque milioni di americani, condannati a pene detentive, non le stanno ancora scontando solo perché il paese non ha abbastanza prigioni, o perché gli Stati Uniti abbiano organizzato una sorveglianza a tutto campo di ogni conversazione telefonica in America.

A Soros non piace l’America, perché conserva ancora troppi orpelli statali. Questo è il motivo per cui Soros è stato uno dei principali sponsor di Obama durante la campagna presidenziale pre-elettorale. Questo spiega anche quelle decisioni e quegli atti che, a prima vista, sembrano assolutamente comportamenti illogici per l’ attuale occupante della Casa Bianca, decisioni che stanno turbando i veri patrioti americani…

Propriamente parlando, Soros è un sostenitore del capitalismo finanziario, a cui attribuisce lo stesso significato di “Bancocrazia o dittatura delle banche” con cui lo definì il socialista austriaco Rudolf Hilferding, circa un secolo fa, un modello di società ricorda molto da vicino i campi di concentramento.

Restando sempre sul tema di Soros, viene in mente un’altra figura dei Rothschild – l’ex capo del FMI Dominique Strauss-Kahn. Anche a lui, come a Soros, che non piace l’America, non gli piace il dollaro americano e stava lavorando per limitare il ruolo dei biglietti verdi. Tra le altre cose, è ben noto che poco prima dell’azione militare contro la Libia, iniziata nel 2011, Strauss-Kahn si incontrò con il leader libico Muammar Gheddafi e gli diede il suo sostegno all’idea di introdurre una valuta regionale – il dinaro d’oro.

Questo, naturalmente, non piacque molto ai responsabili della stamperia del Federal Reserve Sistem ed è stato questo il motivo per le sue dimissioni dopo la scandalosa vicenda di Strauss-Kahn e, poco dopo seguì l’aggressione della NATO contro la Libia.

Il nuovo ordine mondiale finanziario «in un più ampio contesto culturale»

Ai Rothschild non piacciono le monete nazionali, che vedono come anacronismo del 20° secolo che interferisce con la creazione di un governo mondiale. Per sbarazzarsi delle valute nazionali più velocemente, gli Stati nazionali devono essere distrutti, e per raggiungere questo obiettivo, per quanto possibile, ogni fondamento culturale e morale della società deve essere compromesso .

Basta guardare Soros per comprendere quanto sia evidente che il miliardario stia promuovendo la degenerazione culturale dell’umanità, sostenendo i diritti delle «minoranze oppresse» dell’aborto, dell’ateismo, della legalizzazione delle droghe, dell’illuminazione sessuale, dell’eutanasia, del femminismo, dei matrimoni dello stesso sesso e così via. E’ a favore della globalizzazione in tutte le sue manifestazioni, dell’immigrazione di massa e del controllo delle nascite.

Promuove queste idee in tutto il mondo attraverso il suo Open Society Institute, che ha filiali in 60 paesi (la spesa complessiva per le attività dell’istituto è quasi 600 milioni di dollari l’anno). Ci sono molti ex uomini della politica, della finanza e dei media che aiutano Soros nella sua opera di propaganda, tra cui l’ex presidente della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), Jacques Attali. La sorprendente somiglianza tra le filosofie di Soros e di Attali è sconvolgente.

Entrambi nel loro intimo sono cosmopoliti, entrambi hanno riposto tutta la loro energia per attribuire un ruolo organizzativo alle banche, entrambi hanno attaccato ferocemente quanto è rimasto della cultura e della religione, entrambi parlano della necessità di una Banca Centrale Globale, di un esercito globale e così via. Sembra come se entrambi avessero da un lato lo stesso capo e dall’altro gli stessi clienti.

Non so se le conversazioni che hanno avuto luogo presso l’hotel Mount Washington ad aprile 2011 siano andate al di là della solita agenda dei forum finanziari globali, ma non c’è dubbio che le “larghe vedute” di Soros erano tutte concentrate nel distruggere le fondamenta della società tradizionale. Il suo pensiero appare in un pezzo – pubblicato sei mesi prima della conferenza di New Bretton Woods – in cui Soros scrisse: «La riorganizzazione dell’ordine mondiale dovrà estendersi oltre il sistema finanziario.»

Il miliardario sta esprimendo la visione del mondo dei suoi capi per i quali denaro, finanza, tassi di cambio , prezzo dell’oro, titoli, crediti, derivati, scambi e altri ammennicoli del sistema finanziario moderno, sono solo il mezzo, non il punto di arrivo. L’obiettivo è un potere mondiale.

Valentin Katasonov

Fonte: http://m.strategic-culture.org

Link: http://m.strategic-culture.org/news/2014/06/22/bretton-woods-ii-and-george-soros.html

23.06.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

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