ATTENTATI DI PARIGI: L'IMPROVVISA CATTURA DI UN ASPIRANTE ATTENTATORE

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DI BERNIE SUAREZ

activistpost.com

Con questa storia sulla improvvisa cattura di Salah Abdeslam, uno dei “maggiori sospettati” per i fatti del 13 novembre, sembra che le sparatorie di Parigi, quest’ultimo weekend, siano tornate a far notizia, forse perché qualcuno stava cominciando a dimenticarsene e per circoscrivere i danni provocati dalle dichiarazioni pubbliche fatte da Jesse Hughes, il capo della band “Eagles of Death Metal”, che ha recentemente detto che tutta quella storia sembrava una messa in scena, anche se, un paio di giorni dopo, ha completamente ritrattato tutto.

Forse la ritrattazione fatta da Hughes non è sembrata abbastanza, così hanno ritirato fuori (quello che io chiamo) un colpo alla “Come ho ammazzato Bin Laden”, per far colpo sulle masse. Un colpaccio alla “Come ho ammazzato Bin Laden” serve quando una storia comincia ad essere dimenticata dai mass media, quindi si deve far tornare in mente la “storia”, prima che venga ricoperta dalla polvere. E’ quello che fanno ogni volta, come quando tirarono fuori la storiella sul “ritrovamento” di un altro pezzo dell’aereo MH-370, o quella di “nuove tracce del cellulare di San Bernardino” oppure il nuovo filmato sulle bombe di Boston di cui si parlerà entro la fine di quest’anno. La tecnica che chiamo “Come ho ammazzato Bin Laden”, ovviamente, si riferisce alla “storiella” del 2014 che raccontò il marine americano dell’ antiterrorismo Robert O’Neill che improvvisamente cominciò a dire che era stato lui, da solo, ad aver sparato a Bin Laden, ammazzandolo. Questa storia è servita molto per rinverdire nelle menti delle masse la bufala sulla cattura di Bin Laden.

Quindi diciamocelo, il gap tra quella che è sempre stata la fantasia di Hollywood e quella dei media mainstream ormai si è quasi colmato. Le due idee si sono fuse. Ogni pezzo che fa riferimento a delle “prove documentali” ormai è diventato una sceneggiatura completamente controllata capace di presentare delle video-clip accuratamente prodotte, sonoro incluso. Infatti questo Salah Abdeslam è accusato di un generico “terrorismo”, come lo sono stati quelli che sono in prigione a Guantanamo, e non sapremo mai quali sono le loro precise accuse, se sono colpevoli di qualcosa, e se esistevano delle prove, se qualcuno le ha manipolate e, alla fine, chi dovrà giudicarli.

Per chi viene inghiottito dal vortice di questo gioco e diventa solo una pedina di qualcosa estremamente più grande lui, ci sono poche speranze di evitare una persecuzione politica, come abbiamo potuto capire dai molti dei prigionieri chiusi a Guantanamo da tanti anni. Purtroppo per il nuovo accusato Salah Abdeslam, presunto “top suspect” per le sparatorie del 2015 a Parigi, storicamente parlando, quegli stupidi dei politici non se la sono cavata bene, anche se, come tutti i Dzhokhar Tsarnaev del mondo, Abdeslam non avrà nessuna voce, non avrà nessuna forza e nessuna influenza su come finirà quest’avventura, perché sia che se ne renda conto o no, ormai non è altro che un capro espiatorio in una storia troppo grande per lui. Di che storia si tratta?

Primo : credo che questa storia serva semplicemente a rimettere gli attentati di Parigi di nuovo al centro delle notizie e quindi nelle nostre coscienze. Come ho già detto, credo che questa mossa serva per reagire ai danni e all’imbarazzo che si è creato nei governi la scorsa settimana.

Secondo: credo che questa di Parigi sia una prova generale per quello che sarà una “False Flag” ben più importante.

Terzo : con i due nuovi film sulle bombe di Boston che usciranno entro la fine dell’anno (2016), l’idea di legge marziale sarà presentata come un “protocollo-necessario” e dovrà sembrarci qualcosa a cui si dovrà portar rispetto, un po’ come quando ci dobbiamo alzare in piedi e tenere la mano sul cuore mentre suonano l’inno nazionale. In questo modo faranno passare tra le masse il concetto che esiste una connessione tra il rispetto di un protocollo ed il patriottismo, quindi onorando il protocollo si dimostrerà l’amore per il proprio paese.

Accettare il protocollo verrà considerato come schierarsi dalla parte dei buoni, mentre una polizia esageratamente militarizzata continuerà ad inseguire e uccidere quelli che sembrano cattivi, senza nessuna prova di colpevolezza e senza nessun tribunale.

Questi sono solo alcuni punti all’ordine del giorno in questo momento. Ma per aggiungere ironia al sospetto su questa storia, uno sguardo ravvicinato alle “prove” contro Abdeslam toglierà parecchi dubbi: Abdeslam è palesemente accusato per qualcosa che avrebbe voluto fare, e non per qualcosa che ha realmente fatto. Evidenzio in grassetto.

Salah Abdeslam, il maggior sospettato degli attentati di Parigi dello scorso anno, lo scorso sabato è stato accusato dalle autorità belghe di “omicidio e terrorismo” per il massacro di 130 persone uccise.

Un procuratore francese ha detto che Abdeslam aveva progettato di andare allo stadio per suicidarsi ma che si è tirato indietro all’ultimo minuto.

Sì, avete letto proprio bene. A differenza dagli altri presunti attentatori, questo ragazzo alla fine ha scelto di non andare a sparare a nessuno. Ma, secondo le accuse di “omicidio per terrorismo” il fatto che aveva pensato di farlo, fa di lui un assassino “in cima alla lista”. Questo è un classico crimine del pensiero (reato di opinione) che si sta perpetrando proprio davanti ai nostri occhi e senza che nessuno dica nemmeno una parola. Ops, mi correggo, qualcuno ha qualcosa da dire: il pubblico ministero e le autorità del Belgio:

Molins (il procurtore di Parigi) ha detto che il sospetto ha abbandonato il suo giubbotto esplosivo la sera stessa dell’attentato a Parigi, dopo aver accompagnato gli attentatori – ma non ha detto il perché. Le autorità belghe, sabato hanno formalmente accusato il sospetto di aver agito con due differenti nomi e di essere un presunto complice “nella partecipazione nell’omicidio terrorista … e nelle attività di una organizzazione terroristica”.

E allora da queste parole cosa stiamo apprendendo? “Partecipazione” è un termine generico che può ricollegarsi pressoché a qualsiasi atto di terrorismo. Ma cosa significa esattamente “partecipazione”?

L’aver accompagnato a Parigi degli “aspiranti attentatori” come potrebbe fare un qualsiasi tassista? Essere stato assunto per guidare un’auto? Significa dover conoscere nei particolari i progetti di chi si trasporta? Come si fa a sapere certe cose con certezza? Se così fosse, questo modo di procedere costituirebbe un precedente, per cui chiunque venisse a contatto, in qualsiasi modo o forma, con un eventuale aspirante terrorista, esisterebbero i presupposti per classificarli un “assassino terrorista”. E’ questo che stanno dicendoci gli Stati?

Non sembra che diventi sempre più facile incastrare qualcuno con accuse generiche anche solo per delle azioni che avrebbe potuto fare e non aver (concretamente) giocato nessun ruolo – anche se minore – in un evento terrorista ? Queste sono le possibili implicazioni che si nascondono dietro accuse generiche come “partecipazione” e “svolgere attività” di organizzazione terroristica.

Molti americani nel leggere di cose accadute a migliaia di miglia di distanza potrebbero pensare, vabbè, il colpevole è quello, e allora io che ci rimetto? Ma che direbbero se qualcuno avesse dato dei soldi – proprio a uno di loro – per consegnare un pacchetto, un certo giorno, a una certa ora, in cui la consegna “di quel pacchetto” fosse considerata un passo fondamentale e necessario per compiere un atto terroristico?

Fare una consegna – in quella circostanza – farebbe di questa persona un “assassino terrorista”, farebbe di lui uno che “aiuta” il terrorismo? Che cosa succederebbe allora a un meccanico che sta riparando una macchina usata in un attentato? Sarebbe anche lui partecipe? E se in effetti uno che prendesse parte ad una cospirazione, compirebbe lo stesso reato di uno che invece possiede una macchina che viene usata per la fuga dopo una rapina in banca? La pena non dovrebbe essere meno severa? per chi ha solo aiutato?

Il fatto è che, dato che tutto questo rientra sotto l’etichetta magica di “terrorismo” qualsiasi giustizia, morale, logica o ragione, si può buttare fuori dalla finestra. Sappiamo tutti che “terrorismo” è un’etichetta che si mangia automaticamente tutti i diritti e che può farci additare come colpevoli, senza necessità di farci un processo.

E’ proprio questo è il problema principale. Stanno creando un caso contro Abdeslam indipendentemente da quello che ha veramente fatto, indipendentemente dal suo ruolo, indipendentemente se abbia avuto un ruolo, solamente perché possono farlo. E’ letteralmente un omaggio ai controllori.

Questo è uno dei punti che meritano maggior interesse. Non c’è niente in questa storia che offra una prova chiara che Abdeslam sia uno dei super pericolosi terroristi dell’ ISIS. Ma questo non ferma i controllori dal dipingere questa immagine drammatica con tutto il loro acume verbale per sostenere allo stesso tempo che questa cattura sia stata un durissimo colpo per l’ISIS e che tutti dovrebbero avere paura di questa onnipotente ISIS.

Bernard Cazeneuve, Ministro degli Interni francese, ha detto che spera che Abdeslam possa essere portato in Francia per affrontare la giustizia. Ha detto che l’arresto di Abdeslam è un “duro colpo” al gruppo dello stato islamico in Europa, ma ha avvertito che la minaccia di nuovi attacchi rimane “estremamente alta”.

Conveniente, no? Ma ci aspettavamo veramente qualcosa di diverso?

Tutte queste storie sono tagliate su misura per i progetti a lungo termine che hanno le élite dominanti per il futuro del pianeta, per l’America e per ciascuno di noi come individui. Questa storia serve per i loro scopi, per questo sarebbe bene che tutti noi sapessimo come funziona la faccenda e come, di solito, va a finire. Il fatto che il sospetto non sia stato coinvolto in nessun omicidio e che tutte le prove contro di lui siano solo di “associazione” – come dicono i procuratori – e che tutti gli altri capri espiatori siano ormai morti, serve solo a rafforzare il Minority Report che include il reato di pensiero tra i nuovi crimini previsti dalla nuova posizione assunta dai governi.

Abbiamo mai considerato che questa sospetta “cattura” possa essere un grande test fatto dal sistema giudiziario (si pensi a Jade Helm) per vedere in quanto tempo possono accusare, dichiarare che esistono le prove e forse persino giustiziare un capro espiatorio, senza che esista nemmeno una prova verificata contro di lui?

Abbiamo considerato la facilità con cui qualcuno può essere accusato di “associazione” con i “terroristi”, o quanto stia diventando più facile accusare qualcuno di commettere un atto di terrorismo, o di PENSARE di voler commettere un atto di terrorismo?

Rivediamo: Qualcun altro commette un crimine, il sistema con effetto retroattivo “ricollega TE a questo qualcuno” e ti dichiara colpevole di “associazione” con i terroristi; pertanto, sei un terrorista e, quindi, colpevole per default.

Mi vengono in mente l’attentato di Oklahoma City e le bombe di Boston dove i capri espiatori designati sono stati rapidamente processati, giudicati colpevoli e condannati prima che la gente potesse comprendere del tutto che cosa gli fosse successo intorno.

Se non altro, ricordiamoci che questi controllori possono disporre di eventi con vari scenari, quello in cui gli attentatori (il più delle volte) si suicidano, oppure quello in cui i capri espiatori vengono scoperti dopo – in tribunale – dove li scelgono tra sospetti minori e poi li buttano in pasto ai media mainstream che si lavorano bene tutta l’opinione pubblica.

Come abbiamo visto nei casi di Tsarnaev e di Tim McVeigh, per il momento il processo vero e proprio, che si fa contro i sospettati, comincia quando la coscienza pubblica li ha già condannati, quindi il processo è solo uno spettacolo, una formalità e come finisce già si sapeva.

E’ preoccupante dover pensare come funziona questo nuovo tribunale. Lo abbiamo visto di recente durante il braccio di ferro in Oregon e, subito dopo abbiamo visto come i media mainstream abbiano giudicato e condannato – prima dei giudici – tutti quelli che erano nell’aula di giustizia, orientando l’opinione pubblica.

Ad ogni modo, se questo nuovo sospetto “catturato” sia colpevole di un reato specifico, questo deve essere stabilito con motivazioni concrete e per farlo dovremmo rimuovere quell’operazione psicologica di programmazione linguistica detta “terrorismo” e tornare al concetto di innocente fino a prova contraria.

In altre parole, abbiamo bisogno di ristabilire uno stato di diritto.

Dato che la guerra al terrorismo è tutta una bufala inventata perché esiste l’ISIS – che è una creazione del Stati Uniti e dei suoi alleati – non abbiamo nessun serio motivo per credere a qualsiasi cosa ci vengano a raccontare i media occidentali e i loro alleati su questo caso e su questo sospetto.

E il fatto che non possano accusare questo sospetto di nessun atto specifico di violenza o di nessun crimine, dimostra solo quanto sia artificiosa tutta questa storia.

Bernie è uno scrittore-rivoluzionario con un passato in medicina, psicologia e IT. E’ autore di The Art of Overcoming the New World Order e ha scritto parecchi articoli sulla libertà, sulla corruzione dei governi, sulle cospirazioni e sulle soluzioni. È stato ospite del Freefall radio show sull’11 settembre e ha creato il progetto Truth and Art TV in cui condivide e commenta Articoli e video che toccano le coscienze e presentano soluzioni a problemi di attualità. E’ stato un Marine USA e un attivista per la pace e crede che l’informazione e la consapevolezza siano nel primo passo verso la libertà dalla schiavitù del sistema di controllo globale che minaccia l’umanità. ……

Fonte: http://www.activistpost.com/

Link: http://www.activistpost.com/2016/03/paris-attacks-damage-control-new-would-be-shooter-suddenly-captured-minority-report-style.html

20.03.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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