A CAUSA DELLE SANZIONI INTERNAZIONALI L'IRAN NON IN GRADO DI OTTENERE MEDICINALI SALVAVITA

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DI JULIAN BORGER E SAID KAMALI DEHGHAN

guardian.co.uk

Le misure occidentali rivolte al programma nucleare di Teheran hanno impedito l’ acquisto di medicine per malattie come il cancro

Centinaia di migliaia di iraniani affetti da gravi malattie sono a rischio per le conseguenze involontarie delle sanzioni internazionali, che hanno portato ad una grave carenza di medicinali salvavita, come i farmaci chemioterapici per il cancro e i coagulanti per gli emofiliaci.


Nelle sanzioni – miranti a persuadere Teheran a sospendere il suo programma nucleare – i governi occidentali hanno inserito delle esenzioni nel tentativo di far passare i medicinali essenziali, ma queste esenzioni non stanno funzionando, in quanto contrastano con le restrizioni bancarie, così come il bando delle sostanze chimiche dal “doppio utilizzo” che potrebbero avere applicazioni militari.

In una intervista telefonica da Teheran al Guardian, Naser Naghdi, direttore generale di Darou Pakhsh, la compagnia farmaceutica più grande del paese, ha detto: “A volte le aziende decidono di venderci i farmaci, ma non abbiamo modo di effettuare i pagamenti. In una occasione, i nostri soldi erano nella banca da quattro mesi ma il trasferimento è stato rifiutato ripetutamente.”

“Ci sono pazienti per i quali un medicinale rappresenta la differenza fra la vita e la morte. Che cosa sta facendo il mondo al riguardo? Inghilterra, Francia e Germania stanno pensando a quello che stanno facendo? Se hai il cancro e non riesci a trovare i medicinali chemioterapici la morte arriverà presto. È semplice.”

I funzionari europei sono consapevoli dei potenziali disastri, reminiscenti della debacle delle Nazioni Unite sul programma oil-for-food imposto all’Iraq di Saddam Hussein, a Bruxelles stanno discutendo di come rafforzare le salvaguardie per gli iraniani a rischio. Il Tesoro degli Stati Uniti dice che il suo ufficio di controllo delle attività estere sta cercando di rassicurare le banche che non verranno penalizzate per il finanziamento delle transazioni a fine umanitario.

Tuttavia, i divieti di USA e UE nel trattare con i maggiori istituti finanziari iraniani continuano a rendere queste transazioni estremamente difficili, e le compagnie occidentali che non vogliono rischiare tendono ad evitarle.

Naghdi, a capo della Darou Pakhsh, che fornisce circa un terzo del fabbisogno farmaceutico dell’ Iran, ha detto che non possono più acquistare attrezzature mediche come autoclavi (macchinari sterilizzatori), essenziali per la produzione di molti medicinali, e che molte delle maggiori aziende farmaceutiche occidentali si rifiutano di avere a che fare con l’ Iran.

“L’ occidente mente quando dice di non aver imposto sanzioni contro il nostro settore medico. Molte società mediche ci hanno sanzionato” ha detto Naghdi.

Un alto funzionario britannico ha ammesso che discussioni tra Londra, Bruxelles e Washington sono andate avanti per mesi con lo scopo di sbloccare il rifornimento di medicinali, ma senza un esito decisivo. “Il problema è che per alcune grandi aziende farmaceutiche e banche non ne vale la pena e non rischiano la reputazione, così se ne stanno alla larga.”

Le sanzioni finanziarie internazionali e l’ embargo petrolifero della UE hanno causato seri danni l’ anno scorso all’ economia dell’ Iran, ma non hanno ancora costretto il regime di Teheran ad accettare delle restrizioni al suo programma di arricchimento dell’ uranio. L’ Iran insiste dicendo che è per scopi medici e per generare elettricità, mentre l’ occidente e Israele sostengono sia una copertura per l’ ambizione iraniana di costruire armi nucleari. Le maggiori potenze occidentali hanno proposto un nuovo incontro per metà gennaio ad Istanbul, ma Teheran deve ancora confermare data e luogo.

Nel frattempo, le condizioni della crescente crisi sanitaria iraniana rischiano di travolgere i recenti sforzi fatti per mitigare le sanzioni. Attualmente vengono diagnosticati ogni anno 85000 nuovi casi di cancro e richiedono chemioterapie e radioterapie che al momento scarseggiano. Esperti iraniani dicono che il dato annuale è quasi raddoppiato in 5 anni, riferendosi ad uno “tsunami di tumori” molto probabilmente causato dall’ inquinamento di aria, acqua e suolo, e probabilmente da cibo scadente a basso costo importato e altri prodotti.

In aggiunta ci sono più di 8000 emofiliaci che faticano a trovare agenti coagulanti. Le operazioni sugli emofiliaci sono praticamente sospese per i rischi dovuti alla scarsità di medicinali. Circa 23000 iraniani con hiv/aids hanno un accesso fortemente limitato ai farmaci che li mantengono in vita. La società che rappresenta 8000 iraniani affetti da talassemia, una malattia ereditaria del sangue, ha riferito che i suoi membri stanno cominciando a morire per l’ assenza di farmaci essenziali, la deferoxamina, che controlla il contenuto di ferro nel sangue.

In assenza di un fornitore ufficiale, il mercato dei farmaci è stato invaso da prodotti contraffatti. Molti arrivano a dorso d’asino dalla Turchia, ma non c’ è modo di sapere quali prodotti siano contraffatti e quali altri no. I farmaci normalmente si deteriorano nel lungo viaggio oltre le frontiere. È cresciuto un bazar di medicinali a Teheran, a Naser Khosrow Street, ma i prezzi sono raddoppiati in pochi anni e la provenienza e l’ autenticità sono discutibili.

I governi degli USA e dei paesi europei danno la colpa al regime di Teheran. John Sullivan, portavoce del Tesoro USA ha detto: “le sanzioni finanziarie contro l’ Iran sono in vigore perché il governo iraniano si rifiuta di rispondere alle fondate preoccupazioni della comunità internazionale riguardo il suo programma nucleare… Se in Iran c’ è carenza di alcuni farmaci, è dovuta alle scelte del governo iraniano, non a quelle del governo statunitense.”

Il mese scorso, il ministro della salute iraniano, Marzieh Vahid Dastjerdi, è stato licenziato per essersi lamentato che il ministero aveva ricevuto solo un quarto dei 2,5 miliardi di dollari (1) stanziati per le importazioni di medicinali, facendo notare che era stata spesa valuta estera a tasso agevolato per l’ acquisto di auto di lusso.

Da Londra il Foreign Office ha detto: “Ci sono un certo numero di deroghe esplicite all’ interno delle sanzioni dell’ UE per consentire all’ Iran l’ acquisto di beni umanitari come i farmaci. Il Regno Unito rilascia, in via prioritaria, licenze per transazioni su beni umanitari. La responsabilità della carenza di beni umanitari in Iran è del regime iraniano.”

Siamak Namazi, consulente aziendale iraniano-americano con sede a Dubai, sostiene che i difetti del regime possono esacerbare i gravi problemi sanitari in Iran, ma non sono la causa diretta. Namazi dice: “Molti fatti di cattiva gestione governativa stanno aggravando il problema. Ma l’ Iran aveva lo stesso governo prima, e c’ erano molti medicinali in giro. Questo non è il caso dell’ uovo o la gallina. La carenza è arrivata dopo le sanzioni.”

Una delle conseguenze involontarie delle sanzioni nel settore sanitario è che queste hanno rafforzato le aziende legate al regime e alla Guardie della Rivoluzione alle spese del settore privato, per via del loro accesso privilegiato alla valuta forte al tasso ufficiale. In alcuni casi, queste aziende legate al regime usano il loro accesso a valute estere a basso costo per acquistare farmaci a buon mercato e spacciarli in Iraq, aggravando ancora di più la crisi.

Julian Borger e Said Kamali Dehgan
Fonte: www.guardian.co.uk

Link: http://www.guardian.co.uk/world/2013/jan/13/iran-lifesaving-drugs-international-sanctions

13.01.2013

Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di REIO

NOTE:

1) Nell’articolo del Guardian c’è 1,5 miliardi di sterline. Il valore in US$ è ripreso da http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-20853142

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